domenica 9 febbraio 2014

Turismo, ITALIA.



“Il 2013 è stato un anno eccellente per il turismo internazionale” ha dichiarato il Segretario Generale UNWTO, Taleb Rifai. “Il settore del turismo ha dimostrato una notevole capacità di adeguarsi ai cambiamenti delle situazioni di mercato, continuando a crescere e a creare lavoro in giro per il mondo nonostante le sfide proposte dalle situazioni economiche e geopolitiche. Infine, il turismo è stato tra i pochi settori che hanno generato indicatori positivi per molte economie.

Gli arrivi di turisti internazionali sono cresciuti del 5% nel 2013, raggiungendo la cifra record di 1,087 miliardi, con benefici di spesa pubblica oltre i mille miliardi dollari. Lo dichiara l’ultimo UNWTO World Tourism Barometer. (raggiungendo il miliardo di viaggiatori) che i conseguenti
Se il vecchio continente registra una lieve crescita e quello americano conferma la sua importanza internazionale nel settore del turismo, la vera spinta arriva dal mondo asiatico e dal Pacifico che schizza al +7% di arrivi (234 milioni nel 2013) e al +6% di consumi turistici (324 miliardi di dollari). Insomma, bisogna guardare sempre di più verso oriente per adattarsi ai nuovi trend turistici.
L’Italia? Mari, monti, laghi, campagne, fiumi, città d’arte, località termali, shopping e enogastronomia su 160 tipologie di turismo, solo l’Italia è in grado di offrirne 100, possiede 47 siti del patrimonio Unesco, ed  è a metà classifica nel rating delle 10 destinazioni internazionali desiderate, potendo contare su 46 milioni di arrivi internazionali – preceduta dalla Francia, dagli Stati Uniti, dalla Cina e dalla Spagna – e su un ritorno di spesa turistica internazionale di circa 41 miliardi di dollari.


Anche nel 2013, però, per il mercato organizzato si ripresenta il “paradosso italiano”: una meta in prima fila tra le più “desiderate” dai turisti, che supera la Francia e la Spagna, ma che solo 3 volte su 10 si trasforma in vera destinazione di vacanza. Tra i principali mercati che commercializzano il Bel Paese, spicca l’Australia che nel 2013 la vende nel 48% dei casi, seguita dagli Stati Uniti (47%), dall’Argentina (43%), dall’Europa (32%) e dall’India (21%). L’Italia è meta culturale e di turismo balneare su tutti i mercati, con potenzialità attrattive anche da parte dell’enogastronomia, delle destinazioni lacuali e del business.

Per quando riguarda i nuovi paesi emergenti (BRIC), l’Italia risulta il paese più richiesto in Russia, Cina, India, mentre è seconda per i Brasiliani, preceduta dalla Francia;
Il contributo del turismo al prodotto interno lordo dell’ITALIA ammonta a oltre 130 miliardi di euro, circa il 10% della produzione nazionale e le persone impegnate a questo settore sono circa 2,2 milioni (un lavoratore su dieci)
Le analisi mettono chiaramente in luce le criticità dell’industria turistica italiana:
Problemi di governance del settore, manca una governance centrale, forte, necessaria per far accadere le cose in modo trasversale.
Formazione scolastica carente rispetto il mercato globale;
Strutture alberghiere  antiquate e obsolete rispetto agli standard internazionali, dimensione media degli alberghi italiani ridotta, che vede lo sviluppo di strutture di grandi dimensioni, per lo più concentrate in grandi catene alberghiere.
Trasporti treni efficienti solo sull’asse Milano- Firenze- Roma;
Quantità di voli diretti con i paesi in forte crescita economica, nettamente inferiore rispetto ai paesi competitor(Germania, Francia, Spagna, UK, etc)
Compagnia di bandiera ALITALIA che negli ultimi anni ha riscontrato importanti perdite circa 884 milioni di euro, dovute alla pressione concorrenziale dei vettori low cost. In particolare Ryanair ed Easyjet, che continuano incessantemente il loro sviluppo facendo buoni profitti. La compagnia low cost irlandese, Ryanair, ha annunciato nei giorni scorsi di essere diventata leader del mercato italiano con 22,9 milioni di passeggeri, davanti proprio al vettore di bandiera Alitalia che avrebbe trasportato “solo” 22,3 milioni di passeggeri. 
Difficoltà ad attrarre investimenti internazionali, gli investimenti stranieri dovrebbero essere considerati un opportunità non una minaccia;
Forte pressione fiscale, le tasse ammontanto a circa il 75% del fatturato;
Per migliorare l’economia in Italia, bisognerà agire nell’immediato nel settore turistico, con azioni mirate verso la Governance, comunicazione, promozione, tecnologia, trasporti, infrastrutture, investimenti, assetto normativo, etc.
Luigi Aloia